Per il 2018 vi siete ripromessi di migliorare l’alimentazione? Provate a dormire di più: in base a uno studio britannico, un’adeguata quantità di sonno aiuta a ridurre gli slanci verso i carboidrati e gli alimenti – o le bibite – ricchi di zuccheri. Un trucco per ritornare in forma senza troppe rinunce e sensi di colpa potrebbe essere, quindi, concentrarsi sulla qualità e la durata del proprio riposo.
BUONI CONSIGLI. Gli scienziati del King’s College London hanno indagato il rapporto tra sonno e alimentazione in 42 volontari. A metà di essi è stata fornita una consulenza su come ottimizzare il proprio riposo (ridurre la caffeina nelle ore serali, stabilire una routine di fine giornata, non andare a letto appesantiti dal cibo, o affamati), l’altra metà non ha ricevuto alcun consiglio. I partecipanti hanno poi tenuto nota delle ore di sonno e del cibo assunto nei 7 giorni successivi, e indossato tracker da polso per monitorare l’attività notturna.
MENO ATTACCHI DI FAME. Le dritte hanno funzionato: l’86% dei volontari è rimasto a letto più a lungo dopo le istruzioni, e la metà di essi ha aumentato la durata del sonno da 52 a 90 minuti a notte, rispetto a prima dell’esperimento. L’estensione del sonno è stata associata a una riduzione della quantità di zuccheri assunti – negli alimenti processati, nelle bibite o nei piatti cucinati a casa – di 10 grammi al giorno in media. Chi era riuscito a dormire di più ha anche diminuito l’assunzione di carboidrati, come riporta lo studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.
SQUILIBRI ORMONALI. Le ragioni non sono specificate ma hanno probabilmente a che fare con l’alterazione degli ormoni che regolano il senso di sazietà, tipica di quando non si dorme a sufficienza. Studi passati avevano già stabilito un nesso tra un riposo inadeguato e l’aumento di slanci verso cibi grassi o molto calorici.