Vi siete mai chiesti perché il colore (naturale) di capelli che sfoggiate oggi è diverso da quello che avevate a 2 anni? Non parliamo dei ciuffi bianchi o brizzolati che spuntano con l’età: molte persone castane erano bionde, nei primi anni di vita, e sono poi andate scurendosi; altre, biondissime in tenera età, lo rimangono da adulte, ma tendono più al biondo cenere.
Da che cosa dipende? Il colore di capelli non dovrebbe essere già “scritto” nel DNA? Questa trasformazione è legata alle melanine, un’intera classe di pigmenti che determinano il colore naturale di capelli, occhi e pelle. Quello dei capelli in particolare dipende dall’eumelanina, responsabile della gradazione di scuro (è più abbondante in chi ha chioma castana o nera) e dalla feomelanina, legata alle tonalità “calde” dei capelli: questa è più abbondante in chi ha chiome rosso-ramate.
La quantità e il rapporto tra i due pigmenti sono determinate dai geni, sono uniche per ciascuno e risultano nel colore naturale dei nostri capelli. Tuttavia, i geni coinvolti nella produzione di melanina si attivano in momenti diversi della vita. In genere i capelli si scuriscono crescendo, perché la produzione di eumelanina aumenta con l’età (fino a un certo punto: quando iniziamo a vedere i primi capelli bianchi è perché è in calo).
Poiché alcuni geni si attivano in risposta al rilascio di particolari ormoni, il nostro “vero” colore di capelli potrebbe iniziare a manifestarsi nel corso dell’adolescenza. Se in genere il colore di capelli varia per tutti, nel corso della vita, per una piccola percentuale di popolazione (10-15%) anche quello degli occhi muta con l’età, e per le stesse ragioni biologiche.