Nel corso della vita perdiamo circa 20 chilogrammi di pelle: come fanno allora i tatuaggi a essere permanenti? In base a uno studio appena pubblicato sul Journal of Experimental Medicine, la resistenza del disegno sarebbe dovuta a un lavoro “di staffetta” tra le cellule a fine missione e quelle che le rimpiazzano.
A lungo si è creduto che l’inchiostro dei tatuaggi tingesse i fibroblasti, le cellule presenti nel derma (lo strato della cute posto sotto l’epidermide).
Più recentemente è stato invece suggerito un altro scenario: i macrofagi, cellule immunitarie specializzate anch’esse parte del derma, accorrono sul luogo della ferita inflitta dagli aghi e catturano i pigmenti come fossero corpi estranei da rimuovere, facendo cioè quello che sanno fare meglio – gli spazzini.