La tenosinovite stenosante, comunemente nota come dito a scatto, o “morbo di Notta” (dal nome di colui che per primo descrisse tale patologia nel 1850), è un fenomeno di schiocco doloroso considerato un processo infiammatorio a carattere cronico. Coinvolge i tendini flessori delle dita della mano e le corrispettive guaine/pulegge, e più comunemente la puleggia A1. Sebbene sia valutato come una patologia della mano lieve, ha un impatto ad ampio raggio sul funzionamento delle mani, sulle attività quotidiane e sulla qualità della vita. Nelle dita, le pulegge formano dei tunnel fibrosi entro cui scorrono i tendini, trattenendoli vicino alle ossa con lo scopo di ottenere il movimento di flessione delle dita.
La fisiopatologia alla base del dito a scatto è data dall’impossibilità dei tendini flessori di scorrere regolarmente sotto la puleggia A1 poiché nella guaina tendinea si sviluppa una zona di rigonfiamento o ispessimento chiamato nodulo. Ogni qualvolta deve attraversare la puleggia vicina a tale rigonfiamento, il tendine viene schiacciato con conseguente dolore e una sensazione di “scatto” nel dito corrispondente, che può avvenire in flessione o in estensione. Quando il tendine scatta, generando quel tipico “click”, produce ulteriore irritazione e gonfiore creando così un circolo vizioso che sostiene la stessa infiammazione e stenosi della guaina. Molto frequentemente il dito si blocca in flessione e diventa difficile e molto doloroso eliminare la deformazione.
EPIDEMIOLOGIA
Incidenza: I tassi di incidenza variano dal 2,6% in soggetti sani al 10% nei diabetici. Solitamente la tenosinovite stenosante colpisce più frequentemente le donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni, poiché con l’invecchiamento, il nostro corpo perde la capacità di sintetizzare il collagene (principale sostanza di cui sono composti i tessuti molli). I tendini, quindi, si indeboliscono risultando più soggetti a patologie infiammatorie. In rari casi, il dito a scatto può essere di tipo congenito, prendendo il nome di “dito a scatto del bambino”, interessando bimbi nei primi mesi di vita a livello del pollice, che appare bloccato in flessione. L’anulare, il dito medio e il pollice sono frequentemente coinvolti.
Fattori di rischio:
– Nella maggioranza dei casi, il dito a scatto compare spontaneamente, senza causa apparente incidendo maggiormente sulla mano dominante, definita come “idiopatica” (o primaria).
– Microtraumi dei tendini flessori della mano (ad esempio, l’utilizzo continuativo di macchinari che vibrano o che sollecitano in maniera continuativa i tendini).
– Sovraccarico funzionale per movimenti di presa ripetitivi, come nei musicisti o in quei lavori dove viene richiesto l’utilizzo di forbici, lavori a maglia, agricoli, edili ecc. – In associazione a malattie (artrite reumatoide, diabete, gotta, rizartrosi, morbo di Dupuytren, problemi tiroidei), definita quindi “secondaria”.
– Sesso ed età: le donne nel periodo post-menopausa risultano essere le più colpite rispetto ai maschi.
MANIFESTAZIONI CLINICHE
La tenosinovite stenosante può colpire un solo dito della mano, solitamente pollice, 3° o 4° dito; o coinvolgere, in maniera minore, anche più dita contemporaneamente. Nodulo sottocutaneo palpabile sul tendine flessore, in corrispondenza dell’articolazione metacarpo-falangea (piega palmare distale), nella zona della puleggia A1 ispessita. Difficoltà di movimento delle dita e dolore al mattino al risveglio, per poi affievolirsi durante la giornata, a livello del palmo della mano e alla palpazione profonda. Blocco di uno o più dita in posizione flessa (con la necessità di utilizzare l’altra mano per estendere le dita o per chiudere la mano in un pugno). Sensazione di scatto durante un movimento di flesso-estensione, a livello dell’articolazione interfalangea prossimale delle dita o interfalangea del pollice. Calore, formicolio e gonfiore delle dita della mano coinvolta. Nei casi più gravi, impossibilità di estendere le dita coinvolte, che restano piegate.
DIAGNOSI
La diagnosi si basa essenzialmente sull’esame clinico e in secondo luogo strumentale.
Test clinici:
1- Per elicitare il dito a scatto, è possibile esercitare un esame facendo stringere il pugno al paziente ed estendere poi completamente le dita, ottenendo un blocco transitorio in flessione e poi lo schiocco in estensione.
2- La palpazione profonda in sede palmare spesso rivela la presenza di un nodulo che si muove durante il movimento del dito. A volte la palpazione sul decorso del canale digitale può provocare dolore e svelare un semplice processo infiammatorio del tessuto sinoviale che circonda il tendine e che viene denominato “tenosinovite”. In tal caso il movimento del dito può avvenire con una sensazione di crepitio ma senza effettivo “scatto”.
Indagini strumentali: l’imaging è una guida utile per stabilire la gravità della malattia, identificare la causa sottostante e decidere la gestione appropriata. Un’ecografia muscolo-tendinea del palmo della mano è dirimente in parecchi casi per porre diagnosi, consentendo un’accurata valutazione statica e dinamica del dito a scatto, specie nelle fasi iniziali ed in previsione di un trattamento chirurgico, oltre che utile come guida per trattamento infiltrativo. Un’RX della mano risulta utile invece per escludere cause ossee al “blocco” dello scorrimento dei tendini.