Il pavimento pelvico è una regione muscolare importantissima, anzi, fondamentale per la salute e il benessere della persona. Nonostante ciò, trattasi di un distretto ancora oggi non sufficientemente conosciuto e sottovalutato.
Di recente definito come “muscolo della felicità”, ma anche “muscolo più sconosciuto”, riscoprirlo e valorizzarlo è oggi un obiettivo possibile. Le disfunzioni del pavimento pelvico colpiscono circa un quarto della popolazione adulta, in gran parte donne. Si manifestano con sintomi come incontinenza urinaria (durante gli sforzi quotidiani, tosse, starnuti…) stitichezza, o segni di prolasso d’organo.
RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO: CHE COSA È E QUANDO FARLA
Sono fortunatamente terminati i tempi in cui la donna era costretta – ad esempio sul tema dell’incontinenza urinaria o del prolasso – a scegliere tra rassegnazione, pannolini e intervento chirurgico. Oggi esistono diversi approcci “conservativi” di sicuro successo, in grado di evitare o comunque integrare le più tradizionali strategie invasive.
La chinesiterapia consiste ad esempio nell’esecuzione di alcuni semplici esercizi di contrazione e rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, in grado favorire la presa di coscienza e il rafforzamento di tutto il sistema di sostegno degli organi pelvici.
Tra l’altro, i cosiddetti esercizi di Kegel – aumentando l’afflusso di sangue ai muscoli di questa regione – si sono dimostrati efficaci anche nell’aumentare le sensazioni di piacere della donna a livello genitale.
L’elettrostimolazione è invece indicata nei casi in cui non si riescano a contrarre volontariamente e adeguatamente i muscoli perineali. Una tecnica passiva, quindi, fondata sull’utilizzo di appositi elettrodi e relativi impulsi elettrici – assolutamente indolori – che a loro volta vanno a stimolare i muscoli del pavimento pelvico.
Il biofeedback, infine, consiste nell’impiego di strumenti capaci di registrare una contrazione o un rilassamento muscolare che potrebbero non essere percepiti dalla donna.