Il delirio è un disturbo inatteso, incostante e solitamente reversibile della funzione mentale. Può mostrarsi a qualsiasi età ma è più comune negli anziani e in persone affette da malattie neurodegenerative. E’ un fattore prognostico negativo per varie patologie e situazioni e pertanto la prevenzione del delirio è prioritaria nei pazienti anziani dopo, ad esempio, interventi come la frattura dell’anca. Fino ad ora questo disturbo è rimasto senza cura; ma adesso un’innovativa terapia anti-neuroinfiammazione promette di prevenire l’insorgenza di delirio attenuando l’intensità dei sintomi e la loro durata.
“Il delirio è caratterizzato da un’incapacità di concentrazione, disorientamento, stato confusionale e variabilità nel livello di attenzione – spiega Salvatore Cuzzocrea, professore ordinario di Farmacologia all’Università di Messina -. E’ un’alterazione dello stato mentale, non una malattia, più comune nelle persone anziane, residenti delle case di riposo, persone che hanno subito un ictus o colpite da altre patologie neurodegenerative, ricoverate in un’unità di terapia intensiva. E’ una frequente complicanza dopo un intervento chirurgico con frattura dell’anca e genericamente si presenta entro 5 giorni dall’intervento con un’incidenza tra il 20-50%. La neuroinfiammazione è un importante fattore connesso con lo sviluppo di questo disturbo. La risposta neuroendocrina allo stress indotto dalla chirurgia e dall’anestesia porta alla neuroinfiammazione”.
Diverse ricerche hanno dimostrato che il sistema endocannabinoide controlla numerose funzioni come l’alimentazione, il dolore, l’apprendimento e la memoria ed è collegato a numerosi disturbi neuropsichiatrici, tra cui morbo di Parkinson, schizofrenia, disturbi da deficit di attenzione, iperattività e depressione. In proposito uno studio pubblicato di recente su ‘CNS and neurological disorders’ ha indicato possibili meccanismi e strategie di trattamento. “Nello studio condotto dal Gruppo di Farmacologia dell’Università di Messina in collaborazione con la professoressa Lunardelli, responsabile dell’Unità Operativa di Geriatria del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna – ha spiegato Cuzzocrea, che ha diretto il Gruppo – abbiamo esaminato gli effetti protettivi della molecola PEALut (co-ultraPEALut) in un modello sperimentale di delirio in topi e in pazienti anziani con frattura di anca. La molecola produce una formulazione che, a livello preclinico e clinico, controlla lo stress neuroinfiammatorio e ossidativo nel sistema nervoso centrale”.
“Nello studio clinico i risultati ottenuti hanno dimostrato che la somministrazione del farmaco ai pazienti fratturati e sottoposti a intervento chirurgico previene l’insorgenza di delirio attenuando l’intensità dei sintomi e la loro durata. Pertanto – ha osservato ancora l’esperto – i risultati ottenuti accrescono l’idea che co-ultraPEALut possa essere un potenziale trattamento per controllare il deterioramento cognitivo e i processi infiammatori e ossidativi associati al delirio. Co-ultraPEALut è sicuro per l’uomo e privo di effetti collaterali indesiderati. Nessuno dei pazienti in questo studio ha riportato eventi avversi”. Fonte: Ansa