Il fisiatra è il medico che si adopera per restituire l’integrità funzionale motoria ai pazienti colpiti da varie patologie invalidanti. Fra queste troviamo l’ictus, gli interventi chirurgici a carico dell’apparato locomotore e diverse malattie autoimmuni. Com’è facile intuire, la fisiatria è un settore della medicina fortemente interdisciplinare, che vede la collaborazione fra fisiatra e fisioterapista e/o ortopedico, reumatologo, etc.
Chi è il fisiatra?
Spesso confuso con l’ortopedico, il fisiatra è uno specialista che, dopo la laurea magistrale in medicina, ha conseguito il proprio titolo tramite la frequentazione di una Scuola di specializzazione in medicina fisica e riabilitativa (durata: 5 anni). Il ruolo di questo clinico prevede la restituzione di una congrua abilità motoria globale nei pazienti che l’hanno persa per varie cause, come l’artrosi, un ictus, oppure incidenti invalidanti che hanno provocato una menomazione funzionale più o meno estesa, quale ad esempio la tetraplegia.
Il fisiatra spesso è al fianco dell’ortopedico, ossia lo specialista chirurgo che condivide con il primo la focalizzazione sull’apparato muscolo-scheletrico. Nello specifico, ad uno competono i trattamenti riabilitativi basati soprattutto sull’esercizio fisico, la massoterapia, la tecarterapia, etc, all’altro l’uso del bisturi.
Anche se molti la ignorano, esiste poi una differenza marcata tra fisiatra e fisioterapista. Esattamente, il fisiatra è un medico specialista con il compito di diagnosticare l’origine e l’entità delle problematiche del paziente, nonché di impostare un piano terapeutico corretto per il singolo caso. Il fisioterapista invece è “l’esecutore materiale” delle cure, quindi di volta in volta esegue i massaggi, insegna i corretti esercizi fisici, etc.
Cosa fare dopo la visita del fisiatra?
Attualmente la fisiatria dispone di vari strumenti terapeutici per la riabilitazione dei pazienti. Ecco quali sono i principali:
Ginnastica correttiva e di rinforzo: tramite esercizi mirati e personalizzati, ha il fine di ripristinare la corretta postura, ad esempio in caso di scoliosi o cifosi, o di incrementare la robustezza, la coordinazione e la resistenza muscolare nei soggetti con ipotono muscolare, ad esempio in seguito ad ictus.
Tecarterapia: è una terapia basata sull’uso di un particolare apparecchio che provoca un riscaldamento endogeno, ossia all’interno dei tessuti infiammati o doloranti. Il miglioramento del metabolismo che ne consegue riduce il dolore e velocizza il processo di guarigione. Analogo principio di funzionamento hanno gli infrarossi, che però riscaldano dall’esterno.
Massoterapia: l’uso dei massaggi come terapia è molto antico; oggi nel campo della fisiatria questo trattamento, praticato dal fisioterapista, trova impiego a scopo antalgico e per risolvere problemi quali le contratture muscolari.
Ultrasuoni: le onde d’urto acustiche generate dagli ultrasuoni hanno un effetto stimolante e riscaldante, con miglioramento della sintomatologia dolorosa di vari disturbi, dalle nevriti alle artriti.
Ionoforesi: si tratta della somministrazione di farmaci quali cortisonici o antidolorifici per via transcutanea. Questa modalità riduce fortemente gli effetti collaterali avversi dei principi attivi. Al contempo, ne rende più veloce l’effetto, grazie a una rapida concentrazione nella zona interessata.
Pressoterapia: come suggerisce il nome, la pressoterapia è un metodo di cura che utilizza un massaggio “compressorio”, effettuato con un macchinario che modula una sequenza di compressioni/decompressioni capaci di riattivare la circolazione e ridurre gli edemi. Tale tecnica si rivela di grande aiuto anche per ridurre le contratture muscolari.
Chi sono i pazienti del fisiatra?
Il campo di competenza della fisiatria è davvero vasto. Fra le malattie invalidanti che beneficiano di un trattamento fisiatrico abbiamo patologie degenerative neuromuscolari: sclerosi multipla, miastenia, SLA, distrofie muscolari, morbo di Parkinson, etc. Si tratta di malattie croniche tuttora orfane di terapie risolutive. L’intervento del fisiatra però è fondamentale per aiutare il paziente a mantenere il più a lungo possibile un’autonomia funzionale, ritardando anche la comparsa di sintomi invalidanti come l’incontinenza urinaria.
Ictus: è un incidente vascolare che colpisce l’encefalo, determinando solitamente un’invalidità postuma più o meno accentuata, se il paziente sopravvive. Il fisiatra prescrive un piano terapeutico personalizzato per aiutare il soggetto a recuperare gradualmente la forza e la coordinazione muscolare.
Traumi: in seguito a traumi e fratture la parte interessata perde, parzialmente o completamente, la propria capacità funzionale. Questo avviene perché la mancanza di esercizio provoca un’ipotrofia muscolare locale o, nei casi peggiori, per l’instaurarsi di lesioni nervose irreversibili che possono dare paraplegia, tetraplegia o paralisi totale. Nel primo caso lo specialista della fisiatria, tramite un programma mirato, accelera i tempi di guarigione del paziente. Nel secondo invece aiuta l’individuo a irrobustire le strutture muscolari sane, qualora ce ne siano, per recuperare nei limiti del possibile l’autonomia.
Mialgie: lombosciatalgia, cervicalgia, e in generale tutte le affezioni dolorose dovute a contratture muscolari trovano un adeguato supporto nelle terapie fisiatriche, che mirano a correggere gli errori (di postura, etc.) che ne sono alla base.
Deviazioni della colonna vertebrale: cifosi, lordosi, scoliosi sono alterazioni del normale allineamento della colonna vertebrale che nascono da postura errata, obesità, muscolatura gracile, etc. Una volta identificata l’entità del problema durante la visita fisiatrica, il medico può prescrivere ginnastica apposita, l’uso di corsetti, il dimagrimento o nei casi peggiore demandare all’ortopedico per un intervento chirurgico.
Interventi ortopedici: una protesi all’anca, al ginocchio, la ricostruzione di legamenti lesionati e via dicendo comportano la necessità di un trattamento riabilitativo postumo che preservi i risultati ottenuti con l’intervento e faciliti la riacquisizione dell’abilità motoria. La collaborazione del fisiatra è quindi fondamentale per instaurare un trattamento di recupero adeguato al paziente.
Artrite e artrosi: sono 2 patologie che interessano le articolazioni, causando dolore, functio lesa e talvolta vistose deformazioni anatomiche visibili. La riabilitazione motoria prescritta dallo specialista mira a conservare l’abilità funzionale insegnando al contempo a non caricare eccessivamente le articolazioni. Solitamente si accompagna a trattamenti come la tecarterapia che mirano a ridurre i fenomeni infiammatori e dolorosi.
Incontinenza: la perdita involontaria di feci e urine può trovare sollievo, in molti casi, con la rieducazione vescicale e del pavimento pelvico.
Affezioni croniche dell’apparato respiratorio: malattie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva o l’asma allergica possono trarre giovamento dalla riabilitazione respiratoria, che mira a sfruttare al meglio la capacità polmonare del soggetto agendo sui muscoli della respirazione.