Il solo profumo di caffè è sufficiente a farci uscire dal piumone, e una tazzina al momento giusto può raddrizzare una giornata iniziata male. Il potere energizzante di un espresso è tale che da secoli la scienza si chiede se quella per la caffeina non sia una forma socialmente accettata di dipendenza, e se questa sostanza sia dannosa per la salute.
Il primo a tentare un esperimento – non propriamente scientifico – sul tema fu, nel 18esimo secolo, re Gustavo III di Svezia, che ordinò di somministrare a vita, a due prigionieri gemelli, tre tazze di caffè o tre tazze di tè tutti i giorni. Entrambi sopravvissero agli sperimentatori e al re stesso (che fu assassinato).
Ricerche più recenti hanno scagionato il caffè – ma non la sua temperatura – dall’accusa di essere cancerogeno, e ne hanno evidenziato i suoi effetti benefici, per esempio, sull’integrità del DNA.
Ma quali sono le dosi da non superare? Perché il caffè ci tiene svegli (e di buon umore)? Esiste la dipendenza da caffeina? E si può dire che faccia bene alla salute? Proviamo a rispondere per punti.